RUSSIA
Capitale Mosca
Popolazione 141.900.000 (fonte ONU – UNHCR)
Capo di Stato Dmitriy Anatolyevich MEDVEDEV (dal 7 maggio 2008)
Capo del Governo Vladimir Vladimirovich PUTIN (dall’8 maggio 2008)
Risorse naturali Petrolio, gas naturale, carbone, ferro, rame, nichel, legname
Indipendenza 24/08/1991 (dall’URSS)
Partiti in Parlamento Sistema pluripartitico (fonte CIA)
Pena di morte Abolizionista de facto (A.I.)
Indice rispetto lib. civili 5 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice rispetto dir. politici 6 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice di democrazia 5,02 su 10 posiz. nel mondo 107 su 167
(classificaz. = “Regime ibrido”) fonte The Economist
Indice di libertà di stampa 80 su 100 (1 max) pos. nel mondo 174 su 195
(classificaz. = “non libera”)
(fonte freedom house 2009)
Indice perc. Corruzione 2,1 su 10 posiz. nel mondo 146 su 180
(fonte Trasparency International)
Indice di sviluppo umano 2009 0,817 posiz. nel mondo 71 su 182
(fonte: Progr. di Sviluppo - ONU)
Migrazione ann. media 2005-10 +50.000
(fonte United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division)
STORIA
(fonti: Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA)
Dopo secoli di dominazione mongola, nel 17° secolo il Principato moscovita sotto Pietro I° di Romanov, detto Pietro il Grande, realizzò l’espansione della Russia, che assunse la denominazione di Impero Russo fino alla rivoluzione del 1917, quando lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare. Nel 1924, completata la fase post rivoluzionaria, si costituì L’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
La storia dell’URSS è dominata dalla figura di Stalin, salito al potere nel 1924, dopo la morte di Lenin. Il periodo di potere di Stalin, morto nel 1953, fu caratterizzato da una dittatura brutale con la soppressione di ogni diritto civile e politico, e la deportazione di milioni di persone, molte delle quali scomparse nel nulla.
La storia dell’URSS si conclude nel 1991 sotto la presidenza di Mikail Gorbaciov che aveva introdotto due significative riforme, la perestrojka (ristrutturazione) e la glasnost (trasparenza).
Il 21 dicembre 1991, dopo l’avvenuto distacco delle tre repubbliche baltiche (Lituania, Estonia e Lettonia), le altre 12 repubbliche dichiararono l’indipendenza, costituendo la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) e ponendo così fine all’URSS. Uno dei 12 stati indipendenti così costituitisi è la Federazione Russa.
La nuova Russia vede l’ascesa al potere nel 2000 di Vladimir Putin (che successe a Eltsin) ex dirigente del KGB.
Dal 2008 Putin è Primo Ministro, mentre alla carica di Presidente è stato eletto uno degli uomini a lui fedeli, Dmitrij Medvedev.
La recente storia della Russia ha visto due pesanti conflitti con la repubblica separatista della Cecenia, il primo fra il 1994 ed il 1996 ed il secondo fra il 1999 ed il 2006. Anche dopo la fine del secondo conflitto la Cecenia rimane molto instabile, con frequenti segnalazioni di casi di uccisioni, sparizioni e torture. Negli ultimi anni la violenza si è estesa a tutto il Caucaso del Nord.
La Federazione Russa nell’agosto del 2008 è entrata in conflitto anche con la Georgia, essendo intervenuta militarmente per appoggiare la secessione dell’Ossezia del Sud, di cui ha riconosciuto l’indipendenza, insieme a quella dell’Abkhazia.
ECONOMIA
(fonti CIA, FMI, Banca Mondiale, Programma di Sviluppo ONU)
PIL P.C. PPA 2009 $ 15.922 (mondo $ 10.000 c.a.) (Fonte FMI)
Crescita PIL 2009 = -7,9% (fonte CIA)
2008 = 5,6% (fonte CIA)
2007 = 8,1% (fonte CIA)
Inflazione 2009 = 11,7% (fonte CIA)
2008 = 14,1% (fonte CIA)
tasso di disoccup. 2009 8,4% (fonte CIA)
Indice di Gini 1992-2007 37,5 (fonte Progr. di Sviluppo – ONU)
Negli ultimi dieci anni la Federazione Russa ha visto una crescita davvero interessante del PIL, con una media annua del 7%, con conseguente miglioramento del tenore di vita della popolazione e delle sue riserve di valuta estera, visto che parte della crescita del PIL è stata originata dal crescere delle esportazioni. Tuttavia dalla fine del 2008 la Russia ha fortemente risentito del calo del prezzo del petrolio, che costituisce una componente importante delle sue esportazioni. Gli effetti di ciò si sono sentiti pesantemente nel 2009, che ha visto un calo del PIL di quasi l’8%.
L’attuale governo sta realizzando una serie di riforme economiche, quali il rinnovamento e l’ampliamento delle infrastrutture, una minore presenza dello stato nell’industria (dove è ancora predominante), la riforma del sistema fiscale e di quello bancario, accompagnate dalla lotta contro la corruzione e dal miglioramento del sistema giudiziario, su cui, tuttavia, rimane ancora molto da fare.
SITUAZIONE DEL PAESE
(Fonti : Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA - Amnesty International)
Il regime vigente in Russia non costituisce una reale democrazia, essendo state fortemente condizionate dall’alto sia le ultime elezioni parlamentari che le recenti elezioni presidenziali.
In particolare è obbligatoria la registrazione dei partiti, i quali per essere registrati devono avere almeno 50.000 iscritti ed essere presenti in almeno il 50% delle 83 unità organizzative del paese (fra stati, province ed altre strutture locali); inoltre per ottenere seggi in parlamento i partiti devono ottenere almeno il 7% dei voti, mentre sono vietate le coalizioni elettorali. Tutto ciò rende estremamente difficile la nascita di nuove formazioni politiche e quindi la costituzione di una reale opposizione politica, e si somma ai controlli asfissianti esercitati sui media e al predominio della politica sulla magistratura.
Anche la formazione del senato è strettamente sotto controllo, poiché una parte dei senatori è nominata dai presidenti delle strutture locali, i quali possono essere rimossi (pur essendo cariche elettive) dal Presidente russo.
Significativa è stata la rinunzia da parte dell’OSCE a monitorare le elezioni presidenziali del 2008 a causa delle limitazioni che il governo voleva imporre ai suoi controlli.
Particolarmente pesante è il clima in cui operano i giornalisti, molti dei quali, almeno una ventina, sono stati uccisi negli ultimi anni. La Federazione Internazionale dei Giornalisti avrebbe documentato 17 uccisioni di giornalisti dal 2000. Fra questi, il caso più clamoroso, a livello internazionale, è stato quello di Anna Politkovskaya, per la cui uccisione si è svolto un processo conclusosi senza condanne.
All’inizio del 2009 sono stati uccisi l’avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova; più recentemente Natalia Estemirova di “Memorial”, Zarema Sadulayeva ed il marito di “Salviamo la Generazione”. Nel 2010 si hanno notizie “certe” degli omicidi dei giornalisti Ivan Stepanov (il 23 febbraio) e Shamil Aliyev (l’11 maggio).
Anche la libertà di religione risulta limitata, in particolare dalla legge del 1997 che prevede che le organizzazioni religiose debbano essere registrate, e per esserlo devono dimostrare di esistere da almeno 15 anni.
Una legge del 2006 ha fortemente limitato la possibilità di registrazione delle ONG, lasciando ampia discrezionalità decisionale agli uffici governativi. Ciò ha particolarmente colpito le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, i cui rappresentanti subiscono vessazioni, minacce e, in alcuni casi, aggressioni.
La libertà sindacale, formalmente protetta, è nella realtà limitata.
Il sistema giudiziario soffre della mancanza di una reale autonomia dal potere esecutivo, che spesso interferisce sui processi di natura politica. Per effetto di questa cattiva amministrazione della giustizia, sempre più numerosi sono i casi di ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Ancora diffuse sono la detenzione illegale e la tortura e perfino il ricorso alla psichiatria punitiva già in uso nel periodo sovietico.
Anche la libertà di movimento è compressa. Gli adulti infatti, quando in viaggio, hanno l’obbligo di portare il “passaporto interno”, documento necessario anche per usufruire di molti servizi pubblici. Anche la possibilità di cambiare residenza è limitata, specie nei confronti delle minoranze etniche del Caucaso e dell’Asia Centrale.
In forte incremento sono in Russia la violenza razzista e la discriminazione etnica, accompagnate anche dalla nascita di movimenti di chiara ispirazione neonazista.
Le donne continuano ad incontrare grosse difficoltà ad affermarsi in molti settori, specie in politica, mentre la violenza domestica continua ad essere un problema serio, così come il traffico di donne verso l’estero a fini di prostituzione.
Particolarmente grave è la situazione che riguarda il nord Caucaso, in cui si trovano alcune delle repubbliche della Federazione: Cecenia, Dagestan, Inguscezia, Cabardino-Balcaria, Ossezia del nord, Stavropol, Karacaj-Circassia.
Fra queste due repubbliche, in particolare, si trovano in stato di belligeranza, praticamente ininterrotta dal 1991 ed occupate da truppe federali russe: la Cecenia e l’Inguscezia.
Questo stato di cose, in aggiunta allo stato di guerra in cui si trovano le due repubbliche, ne ha anche causato l’uccisione dei più importanti esponenti politici, di giornalisti e di difensori dei diritti umani.
CASI INDIVIDUALI APERTI da Amnesty International
Murad Akhmedovich Gasaev, ceceno e cittadino russo, è stato estradato in Russia dalle autorità spagnole il 31 dicembre 2008. Si trova ora in un centro di detenzione a Mosca ma verrà prossimamente trasferito in un centro per persone in attesa di processo nel Caucaso del Nord. Amnesty International è preoccupata perchè Murad Gasaev è in pericolo di essere torturato e sottoposto ad altri maltrattamenti e probabilmente subirà un processo non equo.
Secondo le autorità russe, Murad Gasaev fa parte di un gruppo armato denominato Khalifat e "prese parte a diversi attentati terroristici contro rappresentanti dello stato e funzionari delle forze dell’ordine nel Caucaso del Nord” compreso un attentato armato nel giugno 2004 contro l’edificio del Ministero degli Interni nella capitale della repubblica dell’Ingushetia, Nazran.
Il difensore dei diritti umani Dmitrii Kraiukhin e la sua famiglia sono stati sottoposti a una serie di atti di intimidazione. E’ stato tentato di bruciare la casa di famiglia mentre sono state intrappolate all'interno la sua vecchia madre di 86 anni, la figlia e la nipote di 6 anni. Una lettera anonima di minaccia gli è stata anche inviata a casa, che è stata imbrattata con insulti e altre minacce. Si ritiene che questi attacchi siano destinati a fermare la sua attività contro il razzismo in Russia.
Il 23 ottobre 2005 Rasul Kudaev è stato arrestato con l’accusa di organizzare attacchi terroristici contro gli impianti governativi nella città di Nalchik, in Kabardino-Balkaria. Egli è stato torturato e maltrattato durante il suo arresto presso il Dipartimento della criminalità organizzata (UBOP) a Nalchik. È stato poi trasferito presso un centro di custodia cautelare (SIZO 1). Rasul Kudaev risulta affetto da disturbi cardiaci e del fegato ma non riceve adeguata assistenza sanitaria a SIZO 1. Il suo caso è un vivido esempio di come sia prassi comune da parte della polizia russa ricorrere a tortura e maltrattamenti per ottenere "confessioni" durante le indagini e dell'indisponibilità delle autorità a indagare su tali fatti.
Mikhail Khodorkovskii, ex capo della compagnia petrolifera russa YUKOS, la più ricca compagnia petrolifera della Russia ed il suo socio Platon Lebedev sono stati giudicati colpevoli di evasione fiscale e di frode nel maggio 2005. Essi sono stati condannati a nove anni di reclusione in seguito ad indagini ed un processo non conformi alle norme internazionali in materia di giusto processo. In appello le condanne di entrambi sono state ridotte a otto anni. Nuove accuse sono state formulate nei confronti di entrambi nel febbraio del 2007 asserendo il loro coinvolgimento nel riciclaggio di denaro e in appropriazione indebita. Malgrado il processo si sia svolto presso il tribunale di Mosca, le indagini e la predisposizione del processo hanno avuto luogo a Chita, in Siberia, cosa che ha ostacolato il diritto di Mikhail Khodorkovskii e Platon Lebedev ad una effettiva assistenza legale, ed ha violato la legge.
Il trentasettenne, Murad Abdul-Kadyrovich Bogatyrev è stato arrestato nella sua casa nel villaggio di Verkhie Achaluki, distretto Malgobek, in Inguscezia, da agenti armati e mascherati russi e dell’ Inguscezia alle 5 del mattino dell’8 settembre 2007. è stato quindi portato presso il distretto di polizia di Malgobek. Poche ore dopo egli è morto durante la custodia di polizia ed è risultato che egli sia stato torturato e maltrattato.
L’attivista per i diritti umani Aleksei Sokolov è stato condannato il 13 Maggio 2010 alla pena di cinque anni di reclusione da scontare in una colonia detentiva di alta sicurezza per aver commesso, a quanto viene riferito, un furto nel 2001 e per rapina nel 2004. Il tribunale ha discolpato Aleksei Sokolov di una terza imputazione nel 2004, in merito ad accuse di rapina.
Gli avvocati di Aleksei Sokolov hanno dichiarato che il tribunale della città di Bogdanovich nella regione russa di Sverdlovsk, aveva basato il verdetto solo sulle dichiarazioni dei coimputati in questo caso che stavano già scontando pene detentive per altri crimini.
Aleksei Sokolov è fondatore e capo della organizzazione russa per I diritti umani Pravovaia Osnova (Base Legale) che combatte la tortura e i maltrattamenti dei detenuti nella Federazione Russa. L’attività di Base Legale ha portato a diverse indagini contro funzionari delle forze dell’ordine in seguito ad accuse che comprendevano l’uso della tortura per costringere le persone sospette a “confessare”.