KAZAKISTAN

Capitale Astana 
Popolazione 15.880.000 (fonte ONU – UNHCR) 
Capo di Stato Nursultan A. NAZARBAYEV (da 01/12/1991) 

Capo del Governo Karim MASIMOV (da 10/01/2007) 

Risorse naturali Grano, cotone, petrolio, carbone, ferro, manganese, cromite, piombo, zinco, rame, titanio, bauxite, oro, argento, fosfati, zolfo. 
Indipendenza 16/12/1991 
Partiti in Parlamento Sistema multipartitico (fonte CIA)
Pena di morte Abolizionista per i reati ordinari (A.I.)
Indice rispetto lib. civili 6 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice rispetto dir. politici 5 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice di democrazia 3,45 su 10 posiz. nel mondo 127 su 167 
(classificaz. = “regime autoritario”) fonte The Economist
Indice di libertà di stampa 78 su 100 (1 max) pos. nel mondo 168 su 195

(classificaz. = “non libera”)
(fonte freedom house 2009)

Indice percez. Corruzione 2008 2,2 su 10 posiz. nel mondo 145 su 180

(fonte Trasparency International) 

Indice di sviluppo umano 2007 0,804 posiz. nel mondo 82 su 182 (fonte: Progr. di Sviluppo - ONU)
Migrazione ann. media 2005-10 -20.000 (fonte United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division) 

 

 

STORIA
(fonti: Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA)

Il Kazakistan divenne parte dell’impero russo fra gli anni 1820 e 1850. Dopo la caduta dell’impero zarista ebbe un breve periodo di indipendenza, terminato nel 1919, quando fu incorporato dalla Russia. Nel 1920 ottenne lo stato di repubblica autonoma russa, assumendo nel 1936 il nome di Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan.

Negli anni 50 e 60 del secolo ventesimo, la politica agricola dell’URSS, con il programma “Terre vergini”, incoraggiò grandi emigrazioni di contadini verso il Kazakistan, che rafforzò così la propria posizione di grande granaio. Ciò portò alla presenza di un gran numero di non kazaki nel paese, fino a diventare la maggioranza, poi costretti ad emigrare a partire dal 1991, con l’indipendenza.

Nel 1990, poco prima dell’indipendenza, era stato eletto presidente il Leader del Partito Comunista kazako Nursultan Nazarbayev, poi confermato dopo l’indipendenza, nel 1991.

Il mandato di Nazarbayev sarebbe dovuto scadere nel 1996, ma nel 1995 un referendum, con il 95% dei voti, prolungò il mandato fino al 2000 e rafforzò i poteri del presidente.

Nello stesso anno le elezioni legislative videro la conquista di quasi tutti i seggi da parte dei partiti che sostenevano il presidente.

Nel 1998 il parlamento approvò una modifica alla costituzione che portava a sette anni la durata del mandato del presidente, ed anticipò le elezioni presidenziali dal dicembre 2000 al gennaio 1999. Il suo principale avversario fu escluso per un cavillo e lui fu eletto con l’80% dei voti.

Nel 2001 si era costituito un partito d’opposizione, i cui fondatori furono imprigionati nel 2002. Il partito fu poi sciolto, con sentenza del tribunale, nel 2005.

Nel 2004 si sono svolte le elezioni legislative, che hanno visto l’assegnazione di tutti i seggi, tranne uno, ai partiti vicini al presidente. Le elezioni sono state criticate dagli osservatori internazionali, ed in particolare dall’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).

Il presidente Nazarbayev è stato rieletto nel 2005 con il 91% dei voti, in elezioni ancora una volta criticate dall’opposizione per brogli ed intimidazioni.

Nel dicembre 2005 si verificarono il sospetto suicidio di Zamanbek Nurkadilov e l’omicidio di Altynbek Sarsenbayev, due leader dell’opposizione.

Nel 2007 una nuova riforma costituzionale ha abolito i limiti di rielezione del presidente, aprendogli le porte alla presidenza a vita, ed ha modificato la legge elettorale. Le elezioni tenutesi successivamente hanno visto entrare in parlamento i soli partiti vicini al presidente.

ECONOMIA 
(fonti CIA, FMI, Banca Mondiale, Programma di Sviluppo ONU)
PIL P.C. PPA 2009 (stima) $ 12.358(mondo $ 10.000 c.a.)(fonte FMI)
Crescita PIL 2009 = 1,0 (stima) (fonte CIA)
2008 = 3,3% (fonte CIA)
2007 = 8,9% (fonte CIA)
Inflazione 2009 = 7,3% (fonte CIA)
2008 = 17,1% (fonte CIA) 
tasso di disoccup. 2009 6,3% (fonte CIA) 
Indice di Gini 1992-2007 33,9 (fonte Progr. di Sviluppo – ONU) 

Il Kazakistan, la più grande delle ex repubbliche sovietiche, esclusa la Russia, dispone di enormi riserve di combustibili fossili e di altri minerali e metalli nonché di una florida agricoltura, con ampie produzioni di grano, e di un grande allevamento di bestiame.

Il settore industriale del Kazakistan si basa sulla estrazione e la lavorazione di queste risorse naturali. 

Il paese ha goduto di una crescita a doppia cifra nel 2000-01 e dell'8% o più l'anno dal 2002 al 2007, in gran parte grazie al suo settore energetico in forte espansione, ma anche per la riforma economica, buoni raccolti, e l’aumento degli investimenti esteri. La crescita è, tuttavia, rallentata al 3,3% nel 2008 E all’1% nel 2009 a causa del calo del prezzo del petrolio e della crisi dell’economia mondiale.

L'inflazione ha raggiunto il 10% nel 2007 ed il 17% nel 2008, ma è calata al 7,3% nel 2009. 

Nel settore dell'energia, l'apertura nel 2001 dell’oleodotto del Caspian Pipeline Consortium, dal giacimento di Tengiz nel Kazakistan occidentale al Mar Nero, ha considerevolmente aumentato la capacità di esportazione. Nel 2006, il Kazakistan ha completato il tratto Atasu-Alashankou di un oleodotto verso la Cina, che in futuro si estenderà dalla costa del Mar Caspio al confine con la Cina. 

Il paese ha avviato una politica industriale volta a diversificare l'economia e cancellare l’eccessiva dipendenza dal settore petrolifero, sviluppando il suo potenziale di produzione. 

E’ stato modificato il sistema fiscale sulle società a favore dell'industria nazionale, come mezzo per ridurre l'influenza degli investimenti stranieri e di personale straniero. 

Il governo si è impegnato in numerosi contenziosi con le compagnie petrolifere straniere nei riguardi degli accordi di produzione. 

Dal 2007 Astana ha fornito un sostegno finanziario al settore bancario che è stato alle prese con la scadente qualità dell'attivo e forti prestiti esteri.


SITUAZIONE DEL PAESE 
(Fonti : Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA - Amnesty International)
La corruzione costituisce un grave problema per il Kazakistan. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta indagando su uno scandalo, il così detto Kazakhgate, relativo al presunto versamento di tangenti da parte di compagnie petrolifere statunitensi per ottenere contratti vantaggiosi.

La libertà di stampa è molto limitata dalle pressioni, le vessazioni e gli arresti nei confronti di giornalisti da parte delle autorità, anche con il ricorso alle denunce per diffamazione, che, per la legge del paese, è reato perseguibile penalmente.

La libertà religiosa è rispettata per le grandi religioni, mentre le piccole religioni sono spesso limitate nella loro libertà anche in ottemperanza delle leggi antiterrorismo.

La libertà di associazione ha subito spesso limitazioni. Le ONG subiscono controlli e vessazioni anche di carattere fiscale. Nel marzo 2008 si sono verificati arresti per una manifestazione non autorizzata contro gli espropri di alloggi.

La magistratura è asservita al potere politico, e risulta spesso condizionata dalla corruzione.

La polizia gode di ampi poteri, con arresti illegali ed il ricorso frequente alla tortura.

Malgrado le libertà d’impresa e di proprietà siano garantite, la corruzione politica vigente lascia la concentrazione del potere economico nella mani di pochi funzionari governativi.

La violenza sulle donne, specie familiare, è dilagante, senza che le autorità intervengano. Grave è inoltre il problema del traffico di donne a fini di prostituzione. 

CASI INDIVIDUALI APERTI da Amnesty International

Nonostante le modifiche apportate ai codici penale e di procedura penale per porre un freno alle pratiche illegittime, alla tortura e altri maltrattamenti hanno continuato a essere ampiamente diffusi. Non è cessata la prassi di ammettere come prova nei processi penali confessioni presumibilmente estorte sotto tortura, nonché la detenzione non registrata di persone oltre le tre ore consentite dal diritto interno. Non è stata affrontata la mancanza di una chiara definizione di detenzione, a dispetto delle raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura del novembre 2008. 
A giugno, un tribunale della capitale Astana ha condannato Dmitri Tian e Oleg Evloev rispettivamente a 25 anni di reclusione e all'ergastolo per l'omicidio premeditato di una donna e dei suoi tre bambini. Entrambi gli uomini hanno affermato di non aver commesso gli omicidi ma di essere stati torturati durante la detenzione per costringerli a confessare. Secondo osservatori del processo, il giudice ha ordinato alla giuria di non prendere in considerazione le accuse di tortura. A quanto sembra, una videoregistrazione effettuata dalla polizia dopo l'arresto di Oleg Evloev, che lo mostrava coperto di lividi, è stata "smarrita" dal pubblico ministero. Nel mese di novembre, la Corte suprema ha respinto i ricorsi presentati da entrambi gli imputati. In merito alle accuse di tortura non sono state condotte indagini. 
A Inessa Karkhu, una ragioniera che, dal 2007, sta scontando una condanna a otto anni di reclusione per frode, sono state ancora una volta rifiutate le cure mediche necessarie per il glaucoma di cui soffre, una malattia che provoca progressivamente seri danni alla vista. Le sue condizioni sono peggiorate nel corso dell'anno e si è temuto che potesse diventare cieca se non fosse stata curata urgentemente. Poteva contare soltanto sulle medicine che le portavano i familiari ma questo è diventato difficile dopo il suo trasferimento in un carcere della città di Almaty, distante circa 1000 km dalla capitale Astana. A seguito della pressione internazionale, a novembre Inessa Karkhu è stata visitata da un oculista indipendente, che ha rilevato che la malattia era progredita in modo significativo e che aveva colpito entrambi gli occhi. Ciononostante, a dicembre Inessa Karkhu non era ancora stata sottoposta al trattamento consigliato dal medico.

A settembre, nella città di Almaty, agenti dell'Nss, armati e a volto coperto, hanno compiuto un'irruzione notturna nelle case di tre rifugiati e due richiedenti asilo provenienti dall'Uzbekistan. Gli agenti, che non si sono qualificati, hanno arrestato gli uomini e li hanno condotti per l'interrogatorio in una località non identificata, in seguito individuata come la sede dell'Nss, ad Almaty. Secondo quanto riferito, gli uomini sono stati ammanettati e percossi, procurando a uno di loro la frattura del naso, e sono stati incappucciati con sacchetti di plastica. Essi hanno dichiarato che gli agenti li avevano minacciati di estradizione verso l'Uzbekistan, a quanto pare per l'omicidio di un poliziotto. Diverse ore più tardi sono stati rilasciati senza alcuna accusa. Durante il fermo è stato loro negato il permesso di contattare le famiglie, un avvocato o l'Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Un portavoce dell'Nss ha in seguito negato qualsiasi uso eccessivo della forza e ha descritto l'incursione e gli arresti come un semplice controllo dei documenti.