BIELORUSSIA

Capitale Minsk 
Popolazione 9.662.000 (fonte ONU – UNHCR) 
Capo di Stato Aleksandr LUKASHENKO (da 20/07/1994)

Capo del Governo Sergey SIDORSKIY (da 19/12/2003) 

Risorse naturali foreste, depositi di torba, piccole quantità di petrolio e gas naturale, granito, pietra calcarea dolomitica, marna, gesso, sabbia, ghiaia, argilla
Indipendenza 25/08/1991 (dall’URSS)
Partiti in Parlamento non noto (fonte CIA)
Pena di morte mantenitore (A.I.)
Indice rispetto lib. civili 6 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice rispetto dir. politica 7 su 7 (1 max) (fonte ONU - UNHCR)
Indice di democrazia 3,34 su 10 posiz. nel mondo 132 su 167 
(classificaz. = “regime autoritario”) (fonte The Economist)
Indice di libertà di stampa 91 su 100 (1 max) pos. nel mondo 188 su 195

(classificaz. = “non libera”)
(fonte freedom house 2009)

Indice percez. Corruzione 2,4 su 10 posiz. nel mondo 139 su 180

(fonte Trasparency International) 

Indice di sviluppo umano 2009 0,826 posiz. nel mondo 68 su 182 (fonte: Progr. di Sviluppo - ONU)
Migrazione ann. media 2005-10 -2.000
(fonte:United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division) 

 

STORIA
(fonti: Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA)

La bielorussia raggiunse l’indipendenza nel 1991 dopo secoli di dominazioni straniere, prima della Polonia, poi dell’Impero russo ed infine dell’Unione Sovietica.

Dopo la presidenza provvisoria dal 1991 al 1994 di Stanislau Shushkevich, nel 1994 fu eletto presidente Alyaksandr Lukashenko, strettamente legato ai servizi segreti, che mantiene ancora la carica.

La carica di Lukashenko fu prorogata con referendum fino al 2001, quando nuove elezioni videro la sua riconferma fra accuse al presidente di aver messo a tacere i suoi oppositori con l’ausilio di “squadre della morte”. Fra il 1999 ed il 2000 quattro uomini, politici e giornalisti, che erano stati critici nei confronti del governo, erano scomparsi. Secondo osservatori stranieri quelle elezioni non furono libere. Secondo dati del governo Lukashenko aveva avuto il 75% dei voti, mentre gli exit poll gli attribuivano il 47% dei voti, contro il 41% dell’avversario, il che, per legge, avrebbe richiesto un ballottaggio. Nel 2002 il presidente ha poi lanciato una campagna nei confronti di coloro che gli si erano opposti alle elezioni.

Nel 2005 Lukashenko ha rafforzato i poteri dei servizi di sicurezza, introducendo, fra l’altro, una norma che consente agli stessi l’uso delle armi contro i manifestanti.

Nel 2006 il presidente è stato riconfermato. Ancora una volta, secondo l’OSCE, si è trattato di elezioni non libere. Le opposizioni hanno subito forti repressioni, con aggressioni ed arresti, fra cui quello di Alyaksandr Kazulin, a favore del quale Amnesty International ha svolto una campagna.

Per le elezioni presidenziali del 2006 nel paese si sono svolte manifestazioni di protesta, con l’arresto di centinaia di protestanti, fra cui Kazulin, condannato a cinque anni e mezzo di carcere, ma rilasciato nel 2008.

Le elezioni parlamentari tenutesi sotto la presidenza Lukashenko sono state fortemente criticate dagli osservatori internazionali. In parlamento, infatti, non sono mai entrati partiti che rappresentino l’opposizione al presidente.

Sono state esercitate notevoli pressioni da parte della Russia affinché la Bielorussia paghi prezzi più alti per il gas naturale d’importazione e per scambi commerciali con la Russia più favorevoli a questa, con conseguente possibilità di un indebolimento di Lukashenka, il cui regime è tuttavia rimasto inalterato.

 

ECONOMIA 
(fonti CIA, FMI, Banca Mondiale, Programma di Sviluppo ONU)

PIL P.C. PPA 2009 $ 12.737 (mondo $ 10.000 c.a.) Fonte FMI
Crescita PIL 2009 = 0,2% (fonte CIA)
2008 = 10,0% (fonte CIA)
2007 = 8,6% (fonte CIA)
Inflazione 2009 = 13,0% (fonte CIA)
2008 = 14,8% (fonte CIA) 
tasso di disoccup. 2008 1,0% (fonte CIA) 
Indice di Gini 1992-2007 27,9 (fonte Progr. di Sviluppo – ONU) 

 

La Bielorussia ha visto una piccola riforma strutturale nel 1995, quando il Presidente Lukashenko ha lanciato il paese sulla strada del "socialismo di mercato". In linea con questa politica, LUKASHENKO ha ristabilito controlli amministrativi sui prezzi e i tassi di cambio e ha ampliato il diritto dello stato ad intervenire nella gestione delle imprese private. 

Dal 2005, il governo ha ri-nazionalizzato una serie di imprese private. Inoltre, le imprese sono state oggetto di pressioni da parte del governo centrale e di quelli locali, con modifiche arbitrarie dei regolamenti, ispezioni, rigorosa applicazione retroattiva dei nuovi regolamenti relativi alle attività commerciali, ed arresti di "pericolosi" imprenditori. 

Una profonda politica redistributiva ha aiutato le famiglie più povere, il coefficiente di Gini è tra i più bassi nel mondo (27,9 cosa che indica una distribuzione del reddito tendente all’equo). 

A causa di queste politiche economiche restrittive, la Bielorussia ha avuto problemi ad attirare investimenti esteri. Tuttavia, le statistiche mostrano che la crescita del PIL è stata forte negli ultimi anni, raggiungendo il 10% nel 2008, ma con una brusca frenata nel 2009 (0,2%).L’inflazione si è mantenuta alta: 14,8% nel 2008 e 13,0% nel 2009.

La Bielorussia riceve dalla Russia petrolio e gas naturale a prezzi scontati e molta parte della sua crescita può essere attribuita alla ri-esportazione di petrolio russo a prezzi di mercato. 

La recente politica della Russia di portare i prezzi dell'energia per la Bielorussia a livelli del mercato mondiale può determinare un rallentamento della crescita economica della Bielorussia per i prossimi anni. 


SITUAZIONE DEL PAESE 
(Fonti : Alto Commissariato ONU per i rifugiati – CIA - Amnesty International)
La costituzione della Bielorussia fornisce al presidente poteri superiori a quelli del Parlamento, poiché i decreti presidenziali sono giuridicamente prevalenti sulle leggi.

Peraltro, i partiti politici di opposizione non sono rappresentati in parlamento.

La libertà di stampa è fortemente limitata. I media di stato, compresa la televisione, sono condizionati dal presidente, mentre quelli indipendenti subiscono forti condizionamenti e censure, oltre che vessazioni. Nel 2008 i servizi segreti, che portano ancora il nome di KGB, hanno perquisito le abitazioni di più di una dozzina di giornalisti indipendenti e confiscati gli hard disk di alcuni di loro. Anche i siti internet sono sottoposti alle stesse restrizioni.

La costituzione garantisce la libertà religiosa, tuttavia mediante l’obbligo di registrazione vengono posti vincoli e limitazioni a tali libertà. L’unico culto che gode di una certa libertà è quello cristiano ortodosso.

Forti sono le limitazioni alla libertà di associazione e riunione. Le manifestazioni pubbliche vengono sistematicamente vietate ed interrotte anche con l’arresto dei partecipanti. Le ONG subiscono gravi limitazioni e centinaia di esse sono state costrette a chiudere. Nel 2005 un decreto presidenziale prevede l’arresto per chi partecipi a partiti politici o altre organizzazioni non autorizzate e per i responsabili di organizzazioni che si rifiutino di chiudere. Le stesse limitazioni vigono nei confronti dei sindacati.

Anche l’indipendenza del sistema giudiziario è limitata dalla forte influenza del governo sui giudici, che si verifica soprattutto nel caso di processi politici.
La polizia fa ricorso sistematicamente a torture e pestaggi.

La libertà di movimento è limitata dall’esistenza del “passaporto interno”, mentre esiste una “black list” di circa 100.000 persone che non possono lasciare il paese.

Le persone di etnia polacca e rom sono spesso soggette a discriminazioni.

Le donne sono poco rappresentate a livello politico, mentre si rileva il fenomeno del traffico delle donne a fini di prostituzione.

Il 25 marzo 2008, secondo quanto riportato, le forze di sicurezza sono ricorse a un uso eccessivo della forza contro manifestanti che si erano radunati nella capitale Minsk per commemorare la Giornata della Libertà (l'anniversario della creazione della Repubblica popolare bielorussa nel 1918). Circa 100 manifestanti sono stati detenuti e conseguentemente condannati al pagamento di un'ammenda o trattenuti in detenzione amministrativa. Le autorità sono intervenute in modo inedito contro i giornalisti che stavano dando copertura della manifestazione. Tra i detenuti figuravano Andrey Lyankevich, un fotoreporter del quotidiano Nasha Niva (Terra che ci nutre), il quale ha riferito di essere stato percosso. Egli è stato incriminato per organizzazione e partecipazione a un raduno non autorizzato. È stato rilasciato il 27 marzo 2008.


CASI INDIVIDUALI APERTI da Amnesty International

Vasily Yuzepchuk e un altro uomo sono stati arrestati nel gennaio 2008 con l'accusa di omicidio di primo grado, dopo l'assassinio di sei donne anziane, tra il novembre 2007 e gennaio 2008. Il 29 giugno, sono stati giudicati colpevoli dal tribunale regionale di Brest e Vasily Yuzepchuk è stato condannato a morte. Il suo avvocato si appellerà alla Corte suprema Il secondo uomo è stato accusato di essere suo complice e condannato al carcere a vita.

Andrei Zhuk e un secondo uomo sono stati accusati dell’assassinio di un uomo e una donna che sono stati uccisi il 27 febbraio 2009. Essi sono stati uccisi mentre trasportavano denaro per pagare gli stipendi dei lavoratori presso l'azienda per cui lavoravano. Il 17 luglio, Andrei Zhuk e il secondo uomo sono stati giudicati colpevoli dal tribunale regionale di Minsk; il 22 luglio, il tribunale ha condannato Andrei Zhuk a morte e il secondo uomo al carcere a vita. 

Il 7 luglio 2009, la corte distrettuale di Asipovichi, nella regione di Mahilyow, ha condannato Artsyom Dubski a un anno di carcere; il 15 giugno, Maxim Dashuk è stato condannato a un anno e tre mesi di "libertà limitata" dal tribunale distrettuale di Maskouski, a Minsk. Entrambi sono stati condannati per aver violato i termini di precedenti condanne, imposte loro per aver preso parte alla protesta del gennaio 2008. Amnesty International li considera entrambi prigionieri di coscienza. I giovani erano due delle 11 persone condannate a periodi di "libertà limitata" fino a due anni, per "partecipazione o organizzazione di azioni che hanno causato grave disturbo all'ordine pubblico". Alla data di novembre 2009, cinque degli 11 condannati hanno beneficiato di un'amnistia, uno ha ottenuto riduzioni delle restrizioni e tre sono rimasti all'estero.